Lorenzo Agnelli
Nacque a Sant’Agata di Puglia il 6 gennaio 1830. Terzogenito di dieci figli di Saverio e Angela Mazzo, fu destinato al sacerdozio dal momento della nascita. La sua era una famiglia non nobile ma popolana. L’Agnelli non frequentò la scuola pubblica e, perché apprendesse a leggere ed a scrivere, fu affidato prima ad un sacerdote e poi ad un sacrestano. Le prime nozioni di latino gli furono impartite dall’arciprete don Nicola Morese.
Nel 1846 entrò nel seminario di Bovino. Frequentò un anno di “bassa umanità”, due di “umanità” o “Belle lettere”, uno di filosofia, tre di teologia. Divenne sacerdote nel 1854, all’età di 24 anni.
Rientrato a Sant’Agata si attivò per migliorare le condizioni culturali dei giovani e dei meno abbienti. Propose al Comune l’istituzione di una scuola di insegnamento secondario e di una biblioteca. Entrambe le proposte caddero nel nulla, come fallì il tentativo di creare un cenacolo culturale galvanizzando un gruppo di vivaci intelligenze per raccogliere dalla bocca del popolo canti popolari da pubblicare sotto il titolo di Strenna. Si dedicò all’insegnamento privato, come altri ecclesiastici del tempo.
Dal 1857 al 1860 insegnò grammatica e “mezza umanità” nel Seminario di Bovino, nel 1861 “belle lettere” in quello di Ariano Irpino. Senza alcun titolo didattico, nel gennaio del 1864 iniziò la sua carriera di pubblico educatore come insegnante di letteratura italiana nel liceo “C. Broggia” di Lucera, ove rimase due anni. Nel 1866 fu trasferito come vice direttore nel liceo “P. Galluppi” di Catanzaro, ove rimase tre anni. Da Catanzaro, sempre come vice direttore, fu trasferito a Sciacca, in Sicilia, nel 1869; nel 1874 a Cefalù come direttore delle scuole municipali e poi del Regio ginnasio, nel 1882 a Bobbio, in Piemonte, nell’84 di nuovo in Sicilia, a Vittoria, ove ordinò il Regio ginnasio, e nell’86 a Caltagirone.
Dopo 17 anni di permanenza in Sicilia, nel 1888 fu trasferito a Gravina di Puglia, ove diresse il ginnasio governativo che intitolò ad Arcangelo Scacchi. Nel 1892 passò ad Acquaviva delle Fonti.
Stanco e sfiduciato per i continui trasferimenti in scuole difficili ed in ambienti corrotti, chiese la “giubilazione”, dopo 28 anni di servizio. Ritiratosi a Sant’Agata fu nominato vice parroco della chiesa parrocchiale di S. Michele Arcangelo ed economo di quella di S. Nicola.
Morì nel suo paese natale il 7 agosto 1904, all’età di 74 anni.
L’Agnelli si formò negli anni in cui l’Italia e tutta l’Europa erano pervase da forti slanci innovativi e rivoluzionari, che avrebbero dato un nuovo assetto politico e sociale ai vari Paesi. Come docente e dirigente scolastico operò in tempi in cui nuovi ceti sociali andavano emergendo, tra cui quello borghese, che si faceva carico di interpretare le nuove istanze sociali, di assumere la direzione del Paese e promuovere condizioni di sviluppo e di progresso. Educato all’ideale giobertiano, non poteva condividere la politica né la legislazione anticlericale del governo subalpino mirante con l’Unificazione nazionale alla laicizzazione dell’intera Italia. Il suo fu un atteggiamento conservatore, come quello di buona parte del clero di Capitanata. Perciò fu vittima dei liberali e lui, che fiutò quest’odio, levò il dito accusatore contro i loro atteggiamenti provocatori che esasperarono gli animi e causarono lotte fratricide e spargimento di sangue, eccessi reazionari fino alla disperata scelta di scorrere la campagna e darsi al brigantaggio. Con il tempo l’Agnelli comprese che era necessaria l’Unificazione nazionale ed ammise che il Piemonte aveva portato ordine all’Italia.
L’amore per la campagna lo portò ad approfondire conoscenze sull’agricoltura, la pastorizia e l’allevamento. Auspicò un ritorno alla terra, vera fonte di pace e ricchezza. Condannò il disboscamento e la quotizzazione delle terre demaniali, realizzata sotto spinte clientelari.
L’Agnelli lottò contro ogni forma di ignoranza ed ingiustizia sociale e, da precoce meridionalista, seppe ricercare ed additare le cause di miseria ed arretratezza del Sud, ma anche indicare le vie del progresso e del riscatto. Condannò lo iato tra ricchi proprietari da un lato e l’esteso proletariato dall’altro, denunziò forme di sopruso e ingiustizia, sollecitò nel clero maggiore preparazione per rispondere adeguatamente alle nuove istanze sociali, non condannò il brigantaggio.
Si adoperò per l’educazione dei giovani e il riscatto morale e materiale della classe contadina, per la promozione civile e culturale del Mezzogiorno d’Italia.
Fu scrittore versatile da giovanissima età. Si interessò di letteratura, di insegnamento pubblico e privato, della questione sociale, di storia, linguistica, economia, agricoltura, pastorizia, ambiente, tradizione.
Ha pubblicato:
Filosofia delle letterature, ediz. Mariano Lombardi, Napoli 1864 e il 1867
I monti della Calabria aggiunto Costantino africano e Roberto il Giuscardo, Tip. all’Insegna del Pitagora, Catanzaro 1867
Escursione nella Sila, Tip. all’Insegna del Pitagora, Catanzaro 1868
Le consuetudini legali di Catanzaro, Tip. all’Insegna del Pitagora, Catanzaro 1869
Cronaca di Sant’Agata di Puglia, Gussio, Sciacca 1869; Cefalù 1902
La Pentecoste, Sciacca 1870; G. Marietti, Torino 1873
Dialogo per gli agricoltori, Appendice a “La Capitanata”, Foggia 1871
La Daunia antica e la Capitanata moderna e i Boschi, Appendice a “La Capitanata”, Foggia 1874; A. Morano, Napoli 1879
La famiglia e la scuola, A. Morano, Napoli 1879
I doveri e i diritti ad uso delle scuole, e in appendice lo Statuto del Regno, G. Agnelli, Milano 1882
La famiglia del sindaco, ovvero Doveri e Diritti, A. Morano, Napoli 1887
Appunti grammaticali per una nomenclatura comune nelle classi Ginnasiali, G.B. Velardi, Vittoria 1884
Sant’Agata di Puglia nel 1895, Galli, Milano 1895
Novene: Sant’Agata, Santa Lucia, San Lorenzo, San Rocco, San Vito, Cefalù 1901
Le scuole di Cefalù in otto anni, A. Morano, Napoli 1880
Coro per la festa ginnastica del 1882-1883 in Bobbio messa in musica dal maestro Massa, tipografia Mozzi, Bobbio, 1883
Discorsi tenuti nel regio ginnasio di Gravina, stampati in occasione del cinquantesimo anniversario di insegnamento di Arcangelo Scacchi, aggiuntovi il Maurizio Lettieri, Stamperia Salvatore Ianora, Gravina 1891.
Le sue opere meritarono elogi da parte di personalità di cultura a lui contemporanee, come Tommaseo, Praus, Ricotti, Cantù, Striani.
Dora Donofrio Del Vecchio
(Da D. Donofrio Del Vecchio, Cultura e società del Mezzogiorno nell’opera di Lorenzo Agnelli, Sant’Agata di Puglia 1830-1904, Grafiche “Il Quadrifoglio”, Foggia 2007)